“L’ombra del Mostro di Firenze”, un’indagine senza fine tra cronaca e criminologia
Si intitola L’ombra del Mostro di Firenze. Frammenti di un’indagine senza fine, è il nuovo libro del criminologo Luca Marrone, criminal profiler e docente presso l’Università Lumsa di Roma, che all’assassino seriale delle campagne toscane aveva già dedicato un corposo studio alcuni anni fa, in collaborazione con la collega Micaela Marrazzo.
Oggi torna sul tema, dando conto delle più recenti evoluzioni dell’indagine, che sembra abbia ripreso vigore nel 2022, con nuovi, possibili scenari. Esauritosi – a quanto pare con più di una zona d’ombra – quello di Giampiero Vigilanti, ex soldato della Legione straniera, indagato fino al 2020, si è più recentemente parlato di un misterioso soggetto su cui i Carabinieri avrebbero effettuato accertamenti negli anni Ottanta e di cui, in seguito, non si era saputo più nulla.
Di questo e di altro tratta il volume che Marrone ha da poco pubblicato con Amazon. E che non manca preliminarmente di ricapitolare la drammatica vicenda. Otto duplici omicidi, tra il 1968 e il 1985. Vittime, giovani coppie appartate in auto. Aggressioni poste in essere con una Beretta .22 e atroci mutilazioni post mortem. Un’indagine lunga, problematica, tormentata, approdata a esiti processuali controversi e contraddittori, tutt’ora oggetto di analisi e riconsiderazioni. Pietro Pacciani condannato in primo grado e assolto in appello. I cosiddetti compagni di merende condannati in via definitiva come suoi complici. Sullo sfondo, presunti mandanti appartenenti a un indefinito e sfuggente milieu esoterico-occultistico. E, negli ultimi anni, appunto nuovi sviluppi potenzialmente idonei a invalidare la verità processuale.
Il libro adotta un impianto originale, tra la criminologia e la cronaca nera. Ripropone gli articoli che Marrone – in veste di cronista per alcuni quotidiani on line – ha dedicato al nuovo corso della vicenda, insieme a scritti che danno conto degli studi sul Mostro cui l’autore si dedica in ambito accademico, che tentano di inquadrare i delitti entro le categorie analitiche del criminal profiling, che riesaminano piste investigative rimaste in ombra, che vagliano ipotesi. Una sorta di diario, dunque, che ripropone le più recenti tappe di un’indagine che sembra senza fine.
Qualche domanda a Luca Marrone, l’autore de L’ombra del Mostro di Firenze. Frammenti di un’indagine senza fine.
Cosa dobbiamo aspettarci dal “nuovo corso” del caso?
L’auspicio è che gli avvocati che difendono i familiari di alcune delle vittime e che si stanno impegnando nel portare avanti tale “nuovo corso”, riescano ad acquisire la documentazione relativa all’indagine sui delitti, per poter verificare la percorribilità di scenari allora vagliati e poi abbandonati.
Si riferisce all’uomo misterioso del dossier dei Carabinieri?
Sì, ma non solo. Ci sono altre zone d’ombra che dovrebbero essere rischiarate, altre piste che meriterebbero di essere percorse, per verificarne la plausibilità e la fondatezza, con una verità processuale (quella dei “compagni di merende”) che appare sempre più vacillante. Si spera che l’intendimento di giungere finalmente alla verità animi davvero tutti.
Ne L’ombra del Mostro di Firenze adotta un approccio originale, tra cronaca nera e criminologia.
Semplicemente, metto insieme gli articoli scritti sul caso da quando me ne interesso come (aspirante) giornalista e le valutazioni criminologiche sul Mostro, elaborate negli anni e, spesso, condivise con gli studenti.
Parla anche di sé, quindi. Della sua esperienza nello studio del caso.
È una sorta di diario, di resoconto di una ricerca personale, che mi sono permesso di condividere con i lettori. Forse, un approccio un po’ troppo intimo, privato, comunque non dettato da intenti autocelebrativi, che non avrebbero molto senso. Una testimonianza sulla vicenda, tra le tante già disponibili.
Spiega chi era il Mostro di Firenze?
Mettiamola così: do conto di ipotesi che credo meriterebbero di essere valutate. E che potrebbero fare riferimento al vero omicida.
Insolita, forse, la scelta dell’autopubblicazione, per un docente universitario.
Il libro precedente sul Mostro di Firenze aveva i tratti dello studio accademico, regolarmente sottoposto a peer review. Ora si trattava di dare conto degli sviluppi più recenti, di una situazione in continuo divenire. E non si potevano aspettare i tempi delle case editrici scientifiche.
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