Omicidio di Aldo Moro: un romanzo-inchiesta “riapre” il caso

Il cadavere di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, viene ritrovato a Roma, in via Michelangelo Caetani, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa il 9 maggio 1978. Erano trascorsi cinquantacinque giorni dal sequestro, avvenuto in via Fani il 16 marzo, ad opera delle Brigate Rosse.

È storia nota, come noto è il decorso successivo della vicenda, tra indagini, processi, ipotizzati depistaggi, scenari diversi e contrastanti, zone d’ombra che tutt’ora non sembrano destinate a diradarsi. Un mistero italiano, insomma, che oggi il volume Aldo Moro. Una verità compromessa di Michel Emi Maritato, mira a ripercorrere, ponendolo appunto in correlazione con altre vicende sostanzialmente irrisolte (la morte di Enrico Mattei, la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, l’omicidio di Pier Paolo Pasolini).

L’autore, giornalista, criminologo, intellettuale originale ed eclettico, propone una singolare inchiesta sotto forma di romanzo, come nella sua precedente fatica letteraria (La fine del diverso, proprio dedicata al delitto Pasolini), che ricostruisce il caso Moro e giunge a suggerire una singolare ipotesi che ne spieghi l’omicidio, ancorandolo al peculiare assetto politico-economico di quegli anni.

Un volume che si auspica possa riaprire il dibattito sulla vicenda. In aggiunta al testo di Maritato, i contributi del giornalista Fabio Camillacci, dell’avvocato Nino Marazzita (all’epoca, legale della moglie e di una figlia di Moro) di Giovanni Ricci (figlio di Domenico, uno dei Carabinieri uccisi nell’agguato di via Fani) e di chi scrive, chiamato a curare l’introduzione.

Per varie ragioni, in Italia il giornalismo di inchiesta non è sempre molto valorizzato. Secondo Stephan Russ-Mohl, nel nostro Paese, al contrario che negli Stati Uniti, non può contare su una lunga e prestigiosa tradizione. E dire che – sono parole di Werner Holzer – “il giornalismo vero, quello che si sente in dovere verso il pubblico, è sempre stato investigativo, non si impegna mai a diffondere semplici annunci.” Questo libro, con la sua ricostruzione del caso Moro e con le conclusioni che propone, fornisce uno stimolante apporto alla causa del giornalismo d’inchiesta e l’auspicio è che contribuisca ad alimentare il dibattito sulla vicenda, perché solo dal confronto e dalla dialettica possono scaturire – con l’inevitabile approssimazione propria degli esseri umani – la verità e la giustizia.

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